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Associazione Pro Loco Barasso
Piazza San Nicone, 13 - 21020 Barasso (VA)
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Iscritta all'Albo Regionale delle Pro Loco

della Lombardia al numero 124 in data 14-03-2024 decreto n. 4303
 

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© Pro Loco Barasso

Il nostro territorio

Il Comune di Barasso

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La Storia

Barasso è un Comune di 1.751 abitanti, situato su tre ripiani del declino del Campo dei Fiori.

Il suo territorio, che è di circa 450 ettari, confina con i Comuni di Comerio, Gavirate (Oltrona al Lago), Casciago (Morosolo), Luvinate, Cuvio e Castello Cabiaglio.

Il Centro è attraversato dalla Strada Statale N° 394 “Del Verbano Orientale” che conduce a Laveno e si trova a 403 Mt. sul livello del mare. Barasso è un vocabolo della lingua gallo - celtica e significa “pascolo sul monte” o “monte del pascolo”: ciò sta ad indicare la sua origine gallo-celtica ed i molti secoli della sua esistenza.

Nei secoli II e III a.C. Barasso, che era compreso nella Gallia Cisalpina o Insubria, entra a far parte della Provincia Romana. Durante la dominazione Longobarda il nome di Barasso comincia ad entrare nei documenti storici e viene citato nel celebre “Diploma” con cui il Re Longobardo Liutprando donava, nel 725 d.C., molte terre, specialmente del Varesotto, ai monaci agostiniani in memoria del fatto che S. Agostino era stato in questi luoghi e precisamente a Casciago (Cassiciacum), ospite del suo amico Verecondo (357). In base ai documenti dell’archivio della Curia Arcivescovile di Milano, si può affermare che a Barasso e nelle frazioni di Molina e Cassini esistevano tre Chiese già prima dell’anno mille.

La tradizione popolare attribuisce la costruzione della chiesa a san Giulio, prete greco che autorizzato dall’imperatore Teodosio I nel IV secolo promosse in varie zone d’Italia la costruzione di chiese cristiane dove prima sorgevano altari dedicati al culto pagano. San Giulio passò da Barasso mentre si recava nel novarese e a Orta avrebbe trovato la morte. Fino all’Ottocento a Barasso si celebrava il 31 gennaio di ogni anno una messa solenne in suo onore.

La chiesa è dedicata a Martino, santo vissuto tra il 315 e il 397, e tale nome fa pensare che la chiesa sia stata edificata tra il  IV e il V secolo d.C. Nei primi secoli la chiesa non era ancora parrocchia e dipendeva dalla pieve di San Vittore a Varese. Inizialmente era solo una cappella che misurava circa 9 metri di lunghezza, era circondata da un cimitero mentre, ove ora è il Battistero, esisteva l’abitazione del custode o del curato. A sud scorreva il torrente Viganella che delimitava chiesa, cimitero e casa del prete dal resto dell’abitato.  Il cimitero non era cintato e lupi e orsi dal Campo dei Fiori vi entravano facilmente divorando i cadaveri che vi erano sepolti, non molto in profondità e fasciati solo da un lenzuolo. Al centro del cimitero era anticamente una cappella con altare, su cui era un dipinto rappresentante la Madonna delle Grazie col Bambino, Sant’Agata, S. Cristoforo e S. Rocco: tali personaggi sono sormontati da un cartiglio, tenuto a due mani da un angelo, su cui è scritta la terzana dantesca di devozione mariana Donna, sei sì grande e tanto vali/ che qual vuol grazia e a te non ricorre/ sua distanza vuol volar senz’ali. Mentre la cappella è stata demolita, l’affresco è stato inserito nella parete meridionale esterna della chiesa, ove è tutt’ora visibile.

La chiesa è orientata a est, il Battistero è attualmente nel lato nord della chiesa. Nel 1574 l’architetto varesino Giuseppe Bernascone, per ordine di S. Carlo, progettò l’attuale ampliamento della chiesa, che fu però eseguito nel 1625. Divisa in tre navate, la chiesa comprende due altari laterali: quello a sinistra è dedicato alla Madonna Assunta, che vi compare in forma di statua ad altezza naturale, commissionata nell’anno 1857 dal Coadiutore di Barasso don Giuseppe Mauri allo scultore Faverio Bernardino.

Sulla parete di destra del coro, una grande tela rappresenta un ex voto dei barassesi reduci dalla battaglia di Lepanto: il dipinto raffigura la Madonna del Rosario con i Santi Domenico e Caterina; in basso si vedono i committenti con le loro donne in abiti spagnoleschi. Una volta sopra il portone centrale, ora sopra il confessionale, vi è un Cristo coronato di spine del Sodoma.

L’altare a destra è dedicato all’addolorata con una tela dipinta nel 1620. Sulla parete della navata di destra è appeso un crocifisso ligneo opera dello scultore Vittorio Tavernari, mentre nella navata di sinistra compare un dipinto del pittore Metelerkamp, raffigurante l’ultima cena.

Nella navata centrale, in alto lungo la trabeazione compaiono le scritte, da destra: “Beati qui habitant in domo Domini” e a sinistra “Haec est domus Domini et porta coeli”.

L’altare centrale è caratterizzato da un tempietto a colonne sormontato da una cupola con la statua di Cristo Redentore, e altri due angeli sono posti ai lati del tabernacolo che ha una porticina dorata con sbalzo e cesello rappresentante l’ultima cena. Sull’altare maggiore compaiono le scritte, da sinistra: “Pascha nostrum immolatus est Crhistus (con l’erroneo posizionamento dell’h dopo e non prima della r)”, e a destra: “Angelorum esca nutrivit Dominus popolum suum”.

Gli affreschi visibili sulla volta lungo la navata centrale sono stati dipinti dal prof. Pasetti di Arcisate e raffigurano, dall’ingresso all’altare, S. Nicone di Barasso, S. Martino, S. Ambrogio e S. Carlo patroni della diocesi. Sull’altare le lunette raffigurano l’immolazione di Isacco (a sinistra) la Cena di Emmaus (al centro) e il sogno di Elia (a destra), mentre nella volta riguardano il SS. Sacramento.

La chiesa esternamente è rivestita di mattoni rossi inframezzati a bianchi, lo stile architettonico è il romanico lombardo e fu rifatta nel 1927. Attualmente sulla facciata principale sopra il portone d’ingresso compare un rosone; al suo posto, fino alla fine degli anni Trenta del ‘900 esisteva un affresco raffigurante San Martino a cavallo. Sopra le due porte laterali d’ingresso sono state aperte due trifore, una per lato.

La sacrestia è dotata di un grande armadio in noce scolpito nel 1674.

La parrocchia di Barasso fu istituita nel 1100, ma i registri iniziano solo dal 1565.
Il primo parroco fu Bernardino Caravati.

Nel territorio della Parrocchia vi sono altre due chiese una, in frazione Cassini, dedicata a Maria Immacolata e una, nella frazione di Molina, intitolata a Sant’Ambrogio.


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Dati

Abitanti: 1751 (al 31 dicembre 2010 ISTAT)
Altitudine: 401 m.s.l.m.
Superficie: 4,02 km2
Frazioni: Cassini, Molina
Coordinate: 45° 50' 0'' N 8° 46' 0'' E
Comuni Confinanti: Casciago, Castello Cabiaglio, Comerio, Cuvio, Gavirate, Luvinate
Cod. Postale: 21020
S. Patrono: San Martino di Tours (11 Novembre)

Collegamenti

Con Varese: servizio autobus gestito da CTPI (www.civabus.it)
Con Milano: autostrada Laghi A8 Milano-Varese (entrata e uscita "Lago di Varese", ferrovia (www.trenord.it) stazione di Barasso-Comerio